MARCHESE DE SADE

Donatien- Alphonse- François de Sade è noto come Marchese de Sade. Lui è conosciuto per essere stato uno scrittore, filosofo, poeta, saggista, aristocratico, politico rivoluzionario francese, noto soprattutto per aver pubblicato le sue opere letterarie a tema libertino. Il suo appellativo diede origine al termine “SADISMO” ovvero il piacere di causare dolore e sofferenza, un atteggiamento che emerge dai suoi romanzi, che si concentra sulla descrizioni di aggressioni e comportamenti sessuali, scene di violenza e sui temi filosofici della ricerca del piacere. Sade è stato un esponente dell’ala estremista del libertinismo, dell’illuminismo più radicale, ateo, materialista e anticlericale. Appartiene ad una famiglia nobile ma a partire dal 1800 rifiuta ogni titolo nobiliare e si firmò semplicemente D-A-F Sade. Verso la fine della sua vita passò alcuni anni in manicomio, affetto da sadismo e da disturbo borderline e comportamenti antisociali. Venne accusato di vari reati, come pratiche di violenza sessuale, tentativi di avvelenamento, condotta immorale e produzione di materiale pornografico. È stato sempre considerato un autore immorale, riscoperto solo nel 1900 per opera del surrealismo, della psicoanalisi e dell’esistenzialismo.

BIOGRAFIA

Egli nacque all’interno della residenza della famiglia dei principi Borbone- Condé, ovvero nel palazzo dei Conti che si trova a Parigi, nel 1740.

padre→ Jean-Baptiste François Joseph de Sade

madre→ Marie Elénore de Maillé de Carman, (aveva sangue Borbone ed era la nipote del cardinale Richelieu; lei era gentildonna di camera ed svolgeva la funzione di damigella d’onore e dama di compagnia di Carolina d’Assia-Rotenburg, la principessa di Condé)

zio→ Jacques-François-Paul-Aldonce de Sade  (abate e letterato francese)

De Sade ebbe due sorelle: la prima, Caroline nacque nel 1737 ma morì solamente dopo due anni, e la seconda, Marie-Francoise nacque nel 1746 ma morì poche settimane dopo la nascita. Venne battezzato da due domestici all’interno della chiesa di Saint- Suplice. Durante questo sacramento religioso, gli vennero affidati dei nomi non conformi a ciò che la famiglia desiderava: la madre aveva il desiderio di chiamarlo Louis–Aldonse-Donatien, ma il primo nome venne sostituito con uno di quelli del padre ovvero Francois, mentre il secondo venne cambiato in Alphonse.  De Sade trascorse gli anni della sua infanzia a Condé nella dimora dei Conti, insieme al piccolo principe Luigi- Giuseppe di Borbone-Condé (che era più grande di quattro anni).  Da piccolo, all’età di quattro anni, venne inviato presso il palazzo avignonese di famiglia, ovvero il castello di Saumane- de Vaucluse (residenza della nonna paterna) e successivamente presso lo zio paterno Jacques-François-Paul-Alphonse de Sade. Il bambino essendo figlio unico era l’unico erede maschio della famiglia. Egli era conteso dalle cinque zie, sorelle del padre,  ma suo zio, studioso di storia e dell’antichità, riuscì a imporsi sulle sorelle. Lo zio era amico di Voltaire era storico e letterato, scrisse e commentò delle opere di petrarchesche, e fu anche il famoso liberatore e abate di Ebrüil. Lo zio quindi riuscì ad assumere l’educazione di suo nipote e gli garantì primo fondamento della sua educazione nell’abbazia benedettina di  Saint-Léger d’Ébreuil. Nel 1750 Donadien-Alphonse si trasferì a Parigi per studiare presso il  Lycée Louis-le-Grand, scuola che fu frequentata precedentemente da Voltaire e successivamente da Robespierre. De Sade amava la lettura, soprattutto le opere filosofiche e storiche, quelle che raccontano i viaggi e gli forniscono informazioni sui costumi e le usanze dei popoli antichi. 

SCUOLA→  la giornata aveva inizio alle 5:30 del mattino, successivamente si pregava e subito dopo iniziava lo studio. In seguito si faceva colazione e ricreazione, poi si tornava a scuola per studiare e infine si andava a messa. Alle ore 12 si pranzava e successivamente si studiava di nuovo fino all’ora della merenda. Dopo aver mangiato si studiava di nuovo fino all’ora di cena. Infine si pregava e alle 21 iniziava l’ora del silenzio.Tra le materie studiate ci sono anche: musica, danza, scherma, pittura e scultura. Studiò molto bene le lingue tra cui l’italiano, il tedesco e il provenzale. Donadien non è mai risultato tra gli studenti migliori durante i quattro anni che frequentò la scuola. 

LA VITA PUBBLICA

Nel 1754 venne conferito a Sade un certificato di nobiltà che gli permetteva di poter frequentare la scuola preparatoria di cavalleria, scuola in contatto con la guardia reale di Versailles e concorrente con la scuola dei moschettieri: entrò così nell’élite dell’esercito francese. 

  • Nel 1755 divenne tenente onorario.
  • Nel 1756 divenne sottotenente nel Reale reggimento di fanteria. 
  • Nel 1757 divenne alfiere del reggimento dei Carabinieri del Conte di Provenza. 
  • Partecipò attivamente alla guerra dei sette anni combattuta contro la Prussia. 
  • Nel 1759 divenne capitano del reggimento di Borgogna.  

Intorno al 1760, la madre entrò nel convento delle carmelitane a Parigi. Il 16 marzo del 1763, al termine della guerra, ritornò presso la sua dimora a La Coste, in Provenza. Il padre intanto era preoccupato per la situazione economica della famiglia e decise di organizzare un matrimonio combinato con una famiglia che apparteneva all’alta nobiltà. La donna che Sade doveva sposare era Renée-Pélagie Cordier de Launay de Montreuil, figlia di un ricco magistrato.

 

 

MOGLIE DI DE SADE

 

 

 

Intanto il giovanotto iniziava a rovinarsi la reputazione poiché giocava tutto il giorno nei locali, sperperava denaro e iniziò a frequentare attrici e prostitute non dando importanza al proprio futuro e trascurando i suoi doveri pubblici. Il ragazzo si innamora di una donna chiamata  Laure-Victoire-Adeline de Lauris, d’illustre casato provenzale. Le dedicò moltissime poesie in stile trobadorico. Il padre non accettava questa storia d’amore perché non vedeva di buon occhio la rinunzia alla ricchezza dei Montreuil. La loro storia d’amore finì quando il giovane Sade fece una scenata di gelosia che spaventò la donna, la quale decise di terminare il rapporto. Il 1° maggio 1763 presso Versailles venne consentito dal re il matrimonio tra Sade e Renée De Montreuil. Si firmò il contratto e si svolse la cerimonia nella chiesa di St.-Roch a Parigi, nonostante fino a due settimane prima il giovane Sade voleva sposare Laure de Lauris. 

INGRESSO NELLA VITA PUBBLICA

Secondo il contratto di matrimonio, i due sposi dovevano convivere per una durata di cinque anni presso Parigi e presso il castello di Échauffour (in Normandia, era di proprietà della famiglia della dama); cinque mesi dopo però, il 29 ottobre 1763 Sade venne fatto prigioniero per volontà del re e venne incarcerato nella prigione di Vincenne, accusato da Jeanne Testard, una prostituta occasionale, vittima dei giochi blasfemi dell’uomo. Il motivo potrebbe essere correlato ad alcuni giorni di dissolutezza sfrenate, ed anche a un manoscritto che possedeva (forse il primo tentativo letterario). Sade fu imprigionato per 15 giorni fino a quando la famiglia di sua moglie riuscì a liberarlo e venne obbligato a rimanere a Échauffour: non poteva lasciare la provincia senza il permesso della famiglia reale. Nel 1764 De Sade creò un teatro da camera che lui stesso dirigeva e si trovava presso il castello di Évry: raffigura scene di artisti contemporanei e alcune sue commedie, lui stesso era uno degli attori. Nel frattempo, venne nominato luogotenente generale del re per le provincie di Bresse, Bugey, Valromey e Gex, carica che prima svolgeva il padre. A luglio dello stesso anno iniziò una relazione d’amore con la dama Colette, un’attrice del Théâtre de la comédie italienne di Parigi. L’11 settembre, l’ordine reale del confinamento venne revocato e Sade si trasferì a Parigi in una casa dei Montreuil. Negli anni successivi ebbe delle relazioni erotiche con delle amanti e si rivolse anche ai servizi di prostitute. Venne rimproverato da una delle sue zie per la pratica dei suoi libri e rispose affermando che lui portava avanti la tradizione familiare, citando e facendo riferimento a suo zio abate. La vita di De Sade è presente nei diari dell’ispettore Marais, dipendente dal vice governatore della polizia Antoine Sartine d’Alby Count, a cui era stato assegnato il rigoroso compito di seguire i comportamenti sessuale dei membri della corte, compresi quelli della famiglia reale. Sono presenti dei riferimenti all’avventura con la dama Colette, che Sade è costretto a condividere con un altro uomo semplicemente per il fatto che non riesce a mantenerla. Nel 1765 presenta come sua amante M.lle de Beauvoisin, che già da sei anni aveva una vita da prostituta e mantenuta. Il marchese decise di lasciare la sua casa e andare a convivere alcuni mesi con lei a La Coste, e i cittadini pensavano fosse sua moglie. Questo accaduto fa sì che gli vengono rivolte delle critiche da parte  della famiglia. M.me Montreuil, i quali si mettono in contatto con lo zio abate in modo da far ragionare il nipote, ma questa relazione extraconiugale durerà ancora due anni. Suo padre muore il 24 gennaio del 1767 a Montreuil e il figlio eredita alcuni feudi e assume il titolo di conte De Sade. Il 16 aprile dello stesso anno gli viene offerta la carica di comandante di reggimento e maestro di campo di cavalleria , ma non accetta e chiede il congedo per potersi ricongiungere con l’amante Beauvoisin. Il 27 agosto nasce a Parigi il suo primo figlio, Louis-Marie. 

L’AFFARE DI ARCUEIL

Il 3 aprile del 1768, giorno di Pasqua, in Place des Victoires, De Sade incontra Rose Keller, una mendicante e prostituta, vedova del pasticciere Valentin. La donna lo accompagna nella casa in affitto ad Arcueil.  Egli la rinchiude in una camera e la obbliga a spogliarsi. La Keller riesce a fuggire, dopo essere stata frustata più volte con un martinetto a corde, e lo denuncia, affermando di essere stata accoltellata e torturate. Secondo la donna, lei sarebbe stata ingannata con un’offerta di lavoro onesto; secondo Sade, l’offerta di prostituzione era messa in chiaro fin dall’inizio e la donna è fuggita prima che potesse pagarla. La Camera criminale dello Châtelet  presenta una certa fretta nel proseguire a una messa in stato d’accusa soprattutto perché il primo presidente è un nemico personale di Montreuil, il suocero di Sade. L’opinione pubblica sostiene che l’episodio sia stato messo in atto il giorno di Pasqua in spregio alla passione del Cristo. La Keller riceve una grossa somma di denaro per ritirare le accuse, ma nel frattempo Sade venne imprigionato, su ordine del re in seguito a una richiesta di M.me de Montreuil, prima a Saumur e poi a Pierre-Encise, vicino a Lione.  Il processo è stato risolto con una sentenza molto leggera, che includeva una piccola donazione di 100 lire da parte della Gran Camera per sostenere le azioni dei prigionieri, che ratifica la lettera d’immunità prodotta dal re. In seguito alla liberazione, fu obbligato a rimanere nel castello di La Coste con la famiglia e la cognata diciannovenne Anne-Prospère. Nel frattempo si dedicava alla sua passione teatrale, infatti voleva formare una compagnia di professionisti e cominciare a produrre delle vere e proprie rappresentazioni regolari. 

L’AFFARE DI MARSIGLIA

Nel maggio 1769 Sade tornò a Parigi e in quegli anni nacque il secondogenito Donatien-Claude- Armand, infatti lui trascorse un periodo di tranquillità al fianco della famiglia, contribuendo all’educazione dei figli. Successivamente nel 1771 nacque il terzo genito Madeleine-Laure. Nello stesso anno venne messo in prigione a causa dei troppi debiti e a fine anno fece un viaggio nei Paesi Bassi. Il 25 giugno del 1772 si recò a Marsiglia e in hotel incontra cinque ragazze, alle quali offre cofanetti afrodisiaci: tre di loro, tra cui Marguerite Coste, sostengono di essere state avvelenate. L’opinione pubblica ci crede e di conseguenza il 12 settembre Sade viene giustiziato in effige dopo aver subito una condanna a morte in contumacia da parte del Parlamento sotto testimonianza di Marguerite Coste. Ma il marchese riesce a fuggire recarsi in Italia grazie all’aiuto della cognata Anne Prospére. I due si recano prima a Venezia, successivamente la donna ritorna in Francia mentre lui si reca in Savoia, che faceva parte del regno di Sardegna. L’8 dicembre 1772 viene arrestato a Chambéry sotto richiesta del re di Sardegna e della suocere, e viene imprigionato presso il fort di Milano. La moglie lo visitò un paio di volte, travestendosi da uomo. Il 30 aprile 1773 evade insieme ad altri prigioniere, grazie al saldo che la moglie pagò alle guardie carcerarie. Sade si reca a La Coste e successivamente il 6 gennaio 1774 fugge in Italia travestito da curato. La moglie vuole difendere il marito perciò si reca a Parigi e nel 1774, solleva una causa in tribunale contro la madre accusandola di perseguitare ingiustamente Sade. La suocera ricevette una lettre de cachet da Luigi XV con ordine d’arresto immediato ma in seguito alla morte del re, la lettera perdette validità; la donna perciò ne richiese un’altra al re Luigi XVI ma per ottenerla occorrevano diversi mesi. 

Tra il 1776 e il 1777 i coniugi de Sade assumono a Lione e a Vienne un giovane segretario, una domestica e cinque ragazze, i quali parteciperanno tutti alle orge che il marchese organizzava insieme alla moglie. Anche a seguito di questo episodio nacque uno scandalo dovuto alle accuse delle ragazze. Successivamente la moglie M.me de Montreuil cambia atteggiamento verso il genero; lo zio abate prese la custodia di una delle giovani ragazze e inoltre chiese l’internamento di De Sade per pazzia. Il 17 luglio 1775 il marchese tornò in Italia con il nome di conte di Marzano e visitò diverse città, raccontando il suo viaggio nell’opera Viaggio in Italia, pubblicato da Maurice Lever. Il marchese quando tornò a Le Coste, il 17 gennaio 1777 incontrò uno dei padri delle giovani domestiche il quale gli sparò. Sopravvissuto, a fine gennaio De Sade si recò a Parigi per la morte della madre. La notte del 13 febbraio 1777 De Sade viene imprigionato con forza dalla lettre de Cachet, nei sotterranei del castello di Vincennes. La lettera non consentiva la condanna a morte. Così rimase a Vincennes per 16 mesi, senza aver subito nessun processo. Nel giugno del 1778 venne condannato a morte a Aix-en-Provence, ma grazie all’intervento di sua moglie, il processo fu annullato e subì una pena minore. Legalmente libero, rimase comunque in carcere dato che la Lettre de Cachet era ancora valida. Mentre avveniva il trasferimento a Parigi, riesce ad evadere a Valence, ma viene catturato a La Coste dopo 39 giorni e riportato a Vincennes. Lui rimase rinchiuso per i successivi cinque anni e mezzo, i primi quattro li trascorse in isolamento totale e in questo periodo compose Le 120 giornate di Sodoma, Dialogo tra un prete e un moribondo e Aline e Valcour. Il 29 febbraio 1784, in seguito a un ennesimo tentativo di fuga, viene catturato di nuovo e imprigionato alla Bastiglia di Parigi. Qui completa la stesura di alcune sue opere e inoltre inizia a ragionare sulla propria frustrante condizione e in primo luogo dando la colpa alla religione e alla morale. Il 2 luglio 1789 urlò dalla finestra verso la folla radunata davanti alla prigione, utilizzando come megafono il tubo che serve a evacuare le feci dalla cella: “Qui stanno sgozzando i prigionieri!” e ciò provocò l’assalto alla prigione. In seguito viene trasferito al manicomio di Charenton. Qui verrà visitato dai due figli maschi che lo informano di un decreto dell’Assemblea Costituente che annulla la validità delle Lettre de Cachet. Il 2 aprile viene liberato. Prima di tutto si reca da M. de Milly che gli procura un letto dove dormire. La moglie si trova in un convento, rifiuta di vederlo e vuole chiedere la separazione perciò si recò al tribunale dello Chatelet. Il 9 giugno il tribunale rende ufficiale la separazione e ordina a Sade di restituire le somme da essa portate in dote al matrimonio, lui deve restituire solo gli interessi. Il 3 agosto il Théatre Italien rappresenta una sua opera, Le Suborneur. Successivamente viene approvata anche la rappresentazione di Le Boudoir ou le mari crudele, con alcune rettifiche. Il 25 agosto conosce una donna con la quale avrà una storie piena di amore e che durerà per tutta la sua vita. L’opéra Le Misanthrope par amour ou Sophie et Des Francs viene accettata all’umanità della Comédie- Française. Il 1 novembre Sade si trasferisce in una casa presso rue Neuve-des-Mathurins insieme a Marie-Constance Renelle, alla quale dedicherà il suo Justine.

IL NUOVO REGIME

Nel maggio 1792 il figlio secondogenito di Sade, Donatien-Claude-Armand aveva lasciato l’esercito e si diresse all’estero, fatto che la Repubblica considera un crimine; perciò per non avere conseguenze, Sade decise di fare pubblica ammenda. Sade collabora molto attivamente con il nuovo governo repubblicano. Tra il 17 e il 21 agosto 1792 il suo castello di La Coste viene saccheggiato da alcuni vicini locali, lui rimase senza arredi ma una parte dei beni vennero messi in salvo nella sede del vaticano da parte delle autorità locali. Verranno prò sequestrati da due emissari che, abusando del loro potere, si appropriano dei beni di maggior valore e li portano via nonostante le proteste della municipalità di La Coste. Sade per il momento non era a conoscenza di nulla. Si arruola nell’Ottava compagnia della Sezione rivoluzionaria Piques di place Vendome e viene nominato commissario per l’organizzazione della cavalleria. Nello stesso mese redige un pamphlet politico intitolato Idées sur le mode de la sanction des Loix, stampato e distribuito nelle sezioni di Parigi per essere studiato e discusso. Il suo nome è stato inserito nella lista dei nobili emigrati del Dipartimento delle Bocche del Rodano. Il 26 febbraio del 1793 redige un rapporto sulle condizioni igieniche di cinque ospedali parigini. Lui si candidò come membro della corte di giustizia e nel giugno del 1793 venne scelto come membro del gruppo di quattro delegati chiamati a esprimersi presso la Convenzione per chiedere l’annullamento del decreto di legge che stabilisce l’istituzione di un esercito di seimila uomini da mantenere stabilmente a Parigi. Il 26 giugno, un nuovo dipartimento, Vaucluse, è stato acquisito dall’ex Bouches du Rhône. De Sade, tolto dal precedente elenco dei nobili immigrati, ricompare nell’elenco del nuovo dipartimento. Inconsapevolmente, è stato nominato presidente di Peak District il 23 luglio, ma si è dimesso da vicepresidente a causa del deterioramento della situazione politica, che ha rapidamente innescato attività terroristiche.Nonostante ciò, l’assemblea generale del dipartimento di Piques ha applaudito con entusiasmo e approvato uno dei suoi opuscoli, intitolato Discours aux mânes de Marat et de Le Peletier, considerato un martire della rivoluzione. Il 25 del mese dell’anno successivo la delegazione guidata da DAF De Sade lesse davanti all’assemblea le petizioni di sei gruppi rivoluzionari, chiedendo l’abbandono “dell’illusione religiosa”. Era l’autore: il legislatore, la regola della filosofia ha finalmente eliminato la regola dell’inganno. L’entusiasmo degli atei fece sì che Thaad si unisse al movimento radicale che difendeva la scristianizzazione della Francia, e presto si scontrò con il governo del Comitato di sanità pubblica, la risposta è arrivata dal discorso di Robespierre dal titolo “Libertà di credo” al Jacobin Club “Speech. Sia Maximilien Robespierre che Louis Sade appartengono alla parte Piques .

 ARRESTO DEFINITIVO 

L’8 dicembre 1793 fu emesso un mandato di cattura contro Thaad sulla base di alcune lettere ritenute repubblicane (risalenti a due anni fa). È stato portato nella prigione di Madelonet dalla sua casa in via Neue-des-Mathurins. Il 13 gennaio 179) fu trasferito al Convento dei Carmelitani in Vaugirard Street, e il 22 gennaio fu trasferito al Carcere di Saint Lazare. Thad ha redatto la sua dichiarazione di difesa e l’ha inviata al Comitato per la salute pubblica. Nella relazione ha descritto la sua attività a sostegno della Repubblica e la sua lealtà. Lo ha anche negato. Sangue nobile. Il 27 marzo, Constance Quesnet lo trasferì all’ospedale hospice di Maison Coignard, il nobile sospettato di Pipps, per “motivi di salute”. Il 15 ottobre 1794 il D.A.F. De Sade fu scarcerato e fatto rientrare in patria, per i propri meriti fu riammesso ad assumere l’incarico precedentemente ricoperto. Quest’anno ha pubblicato Alice e Valkul con lo pseudonimo Citizen S***, e “Philosophy in the Boudoir”, che è probabilmente l’opera postuma dell’autore di “Justin”. Nel 1796 decise di vendere a caro prezzo il castello di La Coste alla famiglia Rovère, ma non sarebbe mai stato pagato. Compromessi, compresi arazzi con raffigurazioni oscene ispirate al romanzo Justin.

MORTE

Nel 1795 vengono pubblicate nel boudoir la filosofia de La nuova Justine (Justine significa disavventure della virtù e venne pubblicato in modo anoniamo) e Juliette. Fu accusato dalla stampa di essere l’autore del “romanzo infame” di Justine e senza processo, ma solo per decisione amministrativa, nel 1801 fu internato nel manicomio di Charenton. Le sue proteste e suppliche saranno inutili e, giudicato un pazzo, ma perfettamente chiaro, trascorrerà qui gli ultimi 13 anni della sua vita. Morì il 2 dicembre 1814 all’età di 74 anni. 

FILOSOFIA 

All’interno della cultura troviamo numerosi riferimenti al marchese De Sade come per esempio negli ambiti letterari, teatrali, cinematografici e pittorici. Dal suo pseudonimo è nato il termine SADISMO ovvero una forma di violenza sia fisica che verbale di natura sessuale o no. Nella cultura moderna le opere di Sade vengono considerate dei lavori di tipo sociologico ed erotiche. Il linguaggio utilizzato presenta la finalità di accusare i vari valori ipocriti e la corruzione morale dell’elite che lo circonda e sembra come se lui volesse difendere la libertà di parola attraverso una critica sociale. Nell’analisi da parte degli intellettuali moderni possiamo risalire al fatto che Sade ha utilizzato l’estremo individualismo, una cosa ritenuta anti liberale e anarchica in quel secolo. Nella seconda metà del XX secolo, l’interesse per De Sade è aumentato in modo significativo a causa della rinascita del lavoro di ricerca avviato da  Roland Barthes, Jacques Derrida e Michel Foucault negli anni ’50 e anni ’60. Attraverso la perversione e l’analisi di se stesso e delle proprie fantasie, De Sade arrivò all’idea che la vera motivazione umana provenga dal profondo e previde la natura sessuale, distruttiva e conservatrice di Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi. principio di felicità). Il marchese usava una sorta di morale nei suoi scritti, che fosse l’ateismo, la libertà o la sua fede nella natura malvagia della natura umana, la legge della giungla umana (Homo homini lupus). Lui giunge al NULLA, ovvero un nichilismo ateo, il quale sarà studiato da molti intelletuali nei secoli successivi. Sade considera la felicità molto breve e predilige uno stile di vita basato sul pessimismo. 

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SITOGRAFIA:

https://it.wikipedia.org/wiki/Marchese_de_Sade

https://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=540&biografia=Marchese+De+Sade

https://www.lormaeditore.it/catalogo/autore/54/marchese-de-sade

BIBLIOGRAFIA:

LIBRO= Justine


ARTICOLO DI BEATRICE SANDULACHE DELLA CLASSE IV I DEL LICEO LINGUISTICO