Carlo FECIA DI COSSATO
Capitano di Fregata

Medaglia d’oro al Valor Militare

Valente ed ardito comandante di sommergibile, animato fin dall’inizio delle ostilità, da decisa volontà di successo, durante la sua quinta missione di guerra in Atlantico affondava 4 navi mercantili per complessive 20.516 tonnellate ed abbatteva , dopo dura lotta un quadrimotore avversario. Raggiungeva così un totale di 100.000 tonnellate di naviglio avversario affondato stabilendo un primato di assoluta eccezione nel campo degli affondamenti effettuati da unità subacquee.
Successivamente comandante di torpediniera, alla data dell’armistizio dava nuova prova di superbo spirito combattivo attaccando, con una sola unità, sette unità germaniche di armamento prevalente che affondava a cannonate dopo aspro combattimento, condotto con grande bravura ed estrema dedizione.
Esempio fulgido ai posteri di eccezionali virtù di comandante e di combattente, e di assoluta dedizione al dovere.
Oceano Atlantico, 5 novembre 1942 – 1 febbraio 1943
Alto Tirreno, 9 settembre 1943

Nacque a Roma il 25 settembre 1908. Dopo aver completato gli studi al Regio Collegio Militare di Moncalieri venne ammesso all’Accademia Navale di Livorno e nel 1928 conseguì la nomina a Guardiamarina.
Promosso Sottotenente di Vascello l’anno successivo, dopo un periodo di imbarco venne destinato al Distaccamento Marina di Pechino (Cina). Rimpatriato, frequentò il Corso superiore e da Tenente di Vascello partecipò, imbarcato su unità sommergibile, a due missioni speciali nelle acque spagnole durante la guerra civile spagnola.
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale, che trovò Carlo Fecia di Cossato al comando del sommergibile Ciro Menotti, dislocato a Messina nell’ambito della 34a Squadriglia, operò in numerose missioni di agguato offensivo e nel dicembre dello stesso anno assunse il comando del sommergibile Tazzoli operante in Atlantico, alle dipendenze di Betasom.
La sua attività in Atlantico si concretizzò con l’affondamento accertato di 18 unità mercantili, per un totale di 96.553 tsl, ed una danneggiata per ulteriori 5.449 tsl, richiamando sulla sua persona e sull’Unità al suo comando l’ammirazione del nemico per il cavalleresco comportamento tenuto in ogni circostanza di tempo e luogo. Nel febbraio 1943, dopo una lunga missione compiuta lungo le coste del Brasile, rientrò in Italia ed ebbe il comando della 3a Squadriglia Torpediniere con insegna sull’avviso scorta Aliseo con il quale, il giorno 9 settembre, sostenne un vittorioso scontro nelle acque di Bastia (Corsica) contro 7 unità tedesche di armamento superiore.
Segui poi le sorti della Squadra Navale italiana dirigendo su Malta. Nel giugno del ’44 cambia il governo: Badoglio lascia il posto a Ivanoe Bonomi, ma a questo punto il comandante cala l’ancora: il nuovo governo non ha giurato fedeltà al Re e lui non lo riconosce. Chiede così di essere esonerato dal comando. Viene messo agli arresti, poi, temendo insurrezioni da parte degli equipaggi, i superiori lo allontanano a Napoli. Per l’eroe, Medaglia d’Oro al Valor Militare, tutto è crollato: la Patria, la Marina, la Monarchia. Due mesi dopo, il 27 agosto del ’44, dopo aver tentato invano di essere ricevuto dal principe Umberto e nell’impossibilità di raggiungere la propria famiglia, il 27 agosto 1944 si uccise a Napoli.
Altre decorazioni:

  • Medaglia d’Argento al Valore Militare (Oceano Atlantico, aprile-maggio 1941);
  • Medaglia d’Argento al Valore Militare (Oceano Atlantico, febbraio-aprile 1942);
  • Medaglia di Bronzo al Valore Militare (Oceano Atlantico, luglio-settembre 1941);
  • Medaglia di Bronzo al Valore Militare (Oceano Atlantico, giugno-settembre 1942);
  • Medaglia di Bronzo al Valore Militare (Acque di Bastia, settembre 1943);
  • Croce di Guerra al Valore Militare (Mediterraneo, luglio 1943);
  • Croce di Ferro tedesca di 2a Classe (30 giugno 1941);
  • Croce di Ferro di 1a Classe (dicembre 1941);
  • Croce di 2a Classe con Spada dell’Ordine dell’Aquila tedesca (9 maggio 1942).

 

La lettera alla madre del Capitano di Corvetta, medaglia d’Oro

             CARLO FECIA DI COSSATO

 

“”                                                                                                                         Napoli, 21 agosto 1944

 

  Mamma carissima,

   quando riceverai questa mia lettera, saranno successi dei fatti gravissimi che ti addoloreranno molto e di cui sarò il diretto responsabile. Non pensare che io abbia commesso quello che ho commesso in un momento di pazzia, senza pensare al dolore che ti procuravo. Da nove mesi ho molto pensato alla tristissima posizione morale in cui mi trovo, in seguito alla resa ignominiosa della Marina, a cui mi sono rassegnato solo perché ci è stata presentata come un ordine del Re, che ci chiedeva di fare l’enorme sacrificio del nostro onore militare per poter rimanere il baluardo della Monarchia al momento della pace. Tu conosci che cosa succede oggi in Italia e capisci come siamo stati indegnamente traditi e ci troviamo ad aver commesso un gesto ignobile senza nessun risultato. Da questa constatazione me ne è venuta una profonda amarezza, un disgusto per chi ci circonda e, quello che più conta, un profondo disprezzo per me stesso. Da mesi, Mamma, rimugino su questi fatti e non riesco a trovare una via d’uscita, uno scopo alla mia vita.

 Da mesi penso ai miei marinai del “Tazzoli” che sono onorevolmente in fondo al mare e penso che il mio posto è con loro.

 Spero, Mamma, che mi capirai e che anche nell’immenso dolore che ti darà la notizia della mia fine ingloriosa, saprai capire la nobiltà dei motivi che mi hanno guidato. Tu credi in Dio, ma se c’è un Dio, non è possibile che non apprezzi i miei sentimenti che sono sempre stati puri e la mia rivolta contro la bassezza dell’ora. Per questo, Mamma, credo che ci rivedremo un giorno.

 Abbraccia papà e le sorelle e a te, Mamma, tutto il mio affetto profondo e immutato. In questo momento mi sento molto vicino a tutti voi e sono sicuro che non mi condannerete.

                                                                                                                                                           Carlo “”

 

Il Comandante Fecia di Cossato aveva comandato il sommergibile atlantico “Tazzoli” con base a Bordeaux e aveva meritato la M.d’O al V.M. L’8 settembre, convinto di non dover ammainare la bandiera italiana, condusse la sua nave, torpediniera “Aliseo” a Malta. Ma constatata la realtà il 27 agosto 1944 si tolse la vita.

Cimitero La Certosa di Bologna