Un altro dei battaglioni alpini caro alla nostra memoria è sicuramente l’”Ivrea” visto che nelle suefila vennero arruolati molti giovani biellesi, motivo forse per il quale i padri fondatori della nostra Sezione scelsero come motto lo stesso del battaglione: “TUCC’UN”. Il Battaglione nacque nel 1887 composto dalle compagnie 38°, 39°. 40° ed ebbe battesimo del fuoco nella guerra di Libia in cui ebbe stanza dal 1911 al 1914 e dove partecipò a molte azioni belliche. Rimpatriato nel 1914 fu posto sotto il comando del 4° reggimento alpini con la qualifica di Permanente. In previsione della guerra si vide assegnate le compagnie di Milizia Mobile 86° e 111° che unitamente alla 132°costituirono nel 1916 il btg Monte Levanna. Fin dalla fine di agosto dello stesso anno venne schierato sulla sinistra del Natisone. L’anno dopo all’inizio delle attività fu schierato, poco distante,nel settore Alto Isonzo zona operativa della 2° armata IV corpo d’armata gruppo alpini A. Partecipò fin da subito  alle varie azioni belliche che si vennero a creare in quella zona, entrò in linea il 1° giugno. Il giorno 4 ricevette l’ordine di conquistare la collinetta Sleme avanzando sotto un violentissimo fuoco di sbarramento riuscì a giungere a contatto con le trincee nemiche, ma fu costretto a ripiegare. In questo scontro tra morti e feriti il Battaglione perse 13 ufficiali e 119  soldati. Tra il 19 ed il 28 luglio occupa q 1270 mantenendo la posizione fino all’arrivo dei rincalzi, anzi in alcune occasioni adoperandosi in positive puntate offensive. Dopo un periodo di relativo riposo gli venne ordinato l’attacco al monte Rosso ed alla colletta Luznica, dopo aver oltrepassato ripidi canaloni di roccia e tre file di trincee l’attacco si spense per le innumerevoli perdite: complessivamente 10 ufficiali e 370 soldati. Dopo un momento di pausa, ottenuti i necessaririncalzi il Battaglione fu di nuovo in prima linea, il IV corpo d’armata riprese l’offensiva sulla linea Plezzo Tolmino, e nella seconda metà di agosto il Battaglione ebbe l’incarico di conquistare Dolje, gli attacchi furibondi alla baionetta non riuscirono ad avere i risultati voluti ed anche in questa occasione le perdite furono pesanti, paragonabili, se non superiori, alle precedenti. Il Battaglionecontinuò le sue operazioni sulla linea dell’Alto Isonzo, partecipando ad altre azioni di guerra e soprattutto superando un inverno freddo con copiose nevicate, durante il quale molti furono i fenomeni di congelamento. Poi alla fine di marzo le sorti dell’Ivrea cambiarono radicalmente in quanto venne trasferito nella regione del Garda sulle posizioni del Monte Vies dove in linea di massima rimase fino alla fine del conflitto. Rispetto ad altre zone di guerra questa fu sufficiente tranquilla ciò non toglie che ci furono azioni da ricordare, soprattutto di pattugliamento, da parte di arditi che per esempio riuscirono a conquistare una postazione nemica a piedi scalzi, per non far rumore, arrampicandosi con corde di canapa fino alle vicinanze, prima di sferrare l’attacco finale che fruttò la conquista dellarea nemica. A fine conflitto Il battaglione Ivrea venne ricordato nel 1923 con una lapide sulla cima del monte Mucrone.

Paolo Racchi