I VIAGGI DI ALBERTO M. DE AGOSTINI
da ANGELICA BOTTO POALA | Mar 17, 2020 | 

LA VITA
Alberto Maria De Agostini nasce a Pollone il 2 novembre del 1883 da un’antica famiglia del luogo, detta dei “Marsan” . Figlio di Lorenzo e Caterina Antoniotti ( di origine favarese). Alberto aveva tre fratelli: Giovanni, Stefano e Agostino, e quattro sorelle: Francesca, Maria, Margherita e Caterina. Il padre Lorenzo, valente ebanista con il gusto del bello, si era specializzato a Londra nella costruzione di bigliardi. Tornato in Italia aveva fondato a Torino la “Fabbrica di Bigliardi Lorenzo De Agostini”. Dai registri della ditta, con meticolosità dalla moglie, si apprende che la produzione, attorno agli anni dell’unità d’Italia, era di circa 100 esemplari l’anno, quantità enormi per l’epoca, se si pensa che il lavoro era praticamente svolto a mano da circa 50 “maestri minusieri”. Il fratello Giovanni, uno tra i più valenti cartografi della sua epoca, fonda a Roma nel mese di Giugno del 1901, l’Istituto Geografico De Agostini e pubblica come primo volume l’atlante scolastico moderno. Nel 1908 la sede dell’Istituto viene trasferita a Novara. Nel 1906, il fratello Agostino, succede al padre alla guida della fabbrica di bigliardi. La famiglia De Agostini era profondamente religiosa e diede ai figli una solida e severa educazione religiosa. Alberto frequentò le scuole elementari presso l’istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane a Biella e in seguito il ginnasio presso l’istituto salesiano di Cuorgnè. Momenti di vita, questi, certamente fondamentali nella formazione della sua futura vocazione. Oltre Alberto, anche Francesca entrerà in un ordine religioso, le Ausiliatrici del Purgatorio; Sara in seguito badessa a Roma.
PARTE DEL DISCORSO DEL SINDACO ALVISE MOSCA IN MEMORIA DI DE AGOSTINI NEL CENTENARIO DELLA NASCITA :
Alberto M. De Agostini era entrato ancora giovanissimo nella Pia Società Salesiana e fu presto inviato, come missionario, nelle lontane terre della Patagonia e della Terra del Fuoco. La sua missione, svolta con entusiasmo e tra gravi sacrifici, lo legò subito a quelle popolazioni indigene e primitive a cui portò, con efficacia, la parola di Dio e il conforto di una grande fede, ma nel contempo gli fece entrare nel cuore l’ansia e il desiderio di conoscere ed esplorare quei luoghi fino ad allora in gran parte sconosciuti. Di queste sue spedizioni lasciò documentari, pubblicazioni scientifiche e preziosi rilievi cartografici. Anche sotto questo aspetto,il suo agire divenne una grande e ulteriore missione, preziosa, come quella religiosa, per tutta l’umanità, perchè contribuì, in modo determinante, alla conoscenza scientifica e geografica di quell’ancora selvaggio territorio, da lui illustrato con meticolose descrizioni ricche di notizie e supportate da una preparazione scientifica precisa e positiva. Fu uno di quei rari uomini che non ebbero mai altro proposito se non quello di compiere, sempre bene, la propria missione ed acquistò rara fama, dentro e fuori d’Italia, senza averla mai desiderata e forse senza essersene mai accorto di averla raggiunta.

UN UOMO TRA FEDE E SCIENZA :

Così egli onorò la Chiesa come religioso e scienziato, grazie alle numerose ricerche e realizzazioni culturali in cui incarnò sempre un intenso spirito cristiano e apostolico. Per Don Alberto era logico fondere insieme scienza e fede, farsene missionario, tradurle in affermazioni di pionierismo e di conquista. D’apprima si recò nelle terre Magellaniche seguendo l’insegnamento di Don Bosco fino alla cordigliera andina. In quell’ambiente, gelido e minaccioso sia dal punto di vista atmosferico ma soprattutto per l’ostilità dei coloni che si opponevano al miossionario come agli indios, De Agostini intraprese la sua multiforme attività, fondamentalmente missionaria ma collateralmente pionieristica, geografica e variamente scientifica . Alto, asciutto, dagli occhi vivi e penetranti il De Agostini congiunse ad una grande energia fisica una vasta cultura scientifica. Fin dal 1910 iniziò le sue ricerche esplorando alcune zone dell’Arcipelago Fueghino e delle regioni circostanti. Successivamente compì notevolissime imprese con esploratori e scalatori, tra quelli di maggior fama e valore. Di tenacissima tempra De Agostini ebbe, la montagna nel sangue e quel senso vivo dell’avventura che gli rendeva irresistibile il fascino dell’ignoto. Amò a tal punto le terre fueghine da descriverle con calda poesia e accenti infuocati, che troviamo nelle numerose opere pubbliucate lungo un cinquantennio di lavoro.

ESPLORATORE DI UOMINI :
In un secondo periodo dagli anni 30 fino al 1946 Don De Agostini intraprese varie esplorazioni documentandole sempre con la massima precisione. Don Alberto amava segnare momento per momento, sull’inseparabile taccuino, tanto la scoperta improvvisa dell’ignoto ( montagne, ghiacciai, laghi, fiordi, isole…) come le osservazioni geofisiche e le analisi oroidrografiche dei suoli e sottosuoli, come ancora i vari incontri ( casuali o programmati) con le ultime tribù fueghine in via di estinzione; Gli indios Selknam, Alacalufes, Jaganes, si stavano estinguendo ma egli ne privilegiò sempre la presenza con attenzione umana e cristiana oltre che con interesse antropologico. De Agostini seppe costruire sugli indios fueghini sequenze filmiche di incredibile e realistica bellezza. A docomuentare la storia di quelle genti antartiche restano ormai soltanto quelle sue rare immnagini. Avrebbe voluto concludere il suo lavoro con un esame scientifico del sottosuolo magellanico. Ma è rimasto incompiuto. Erano studi destinati a contribuire agli sviluppi della locale civiltà. Don De Agostini ebbe appena il tempo di vedere le prime trivellazioni e i primi impianti industriali. Ormai la sua opera era compiuta e alla passione del pioniere subentravano i mezzi moderni di ricerca e di sfruttamento. Il suo nome è stato dato, oltre che a uno dei più bei fiordi patagonici, alla vetta centrale del Paine: quasi simbolo di profondità e di altezza. Ma è presente in orme indelebili su ogni metro quadro di terra percorsa. Nel suo diario si legge:” In quattro mesi ho percorso 2150km, amministrato 579 battesimi, 545 cresime, regolarizzato 15 matrimoni…”. Che cosa diventerebero queste cifre moltiplicate in cinquanta anni? Don De Agostini fu un pioniere, che non andò soltanto in cerca di vette geografiche…

LE SPEDIZIONI
1909: De Agostini compie una serie di ascensioni sulle Alpi. pubblica una serie di cartoline colorate a mano e poi stampate in quadricromia sui pascoli della Valle Elvo e della Serra e sulla processione di Fontainemore. Entrato in seminario giovanissimo, Alberto viene ordinato sacerdote salesiano a Foglizzo il 19 settembre 1909, da Don Michele Rua, Secondo Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana. Un mese dopo parte per la Patagonia.
1910: Scala la cima maggiore dei Monti Martial partendo da Ushuaia.
1912: Nel mese di Febbraio, compie un viaggio al falso Capo Horn con il cutter “Garibaldi” del comandante Fortunato Beban. “L’aspetto di questi numerosi bracci di mare, seminati in isolotti, abbelliti da esuberante vegetazione, sul cui sfondo dominano elevate montagne biancheggianti di nevi eterne, è quanto di più pittoresco si può immaginare, specialmente quando il cielo è sereno ed il sole brilla con tutto il suo splendore. Nessuno crederebbe di trovarsi a poche decine di miglia dalle desolate coste del Capo Horn; ma è cosi ricca di sorprese e di contrasti la Terra del Fuoco!”
1913: Nel mese di gennaio parte, per un tentativo di salita del Monte Sarmiento dal versante sud-ovest. Nel ambito della stessa campagna alpinistico-splorativa compie un’esplorazione dei Canali Funghini scoprendo due grandi fiordi: Contrammiraglio Martinez e Pigafetta, quest’ultimo sarà successivamente ridenominato con il suo nome.
1913: Conquista del Monte Olivia. De Agostini decide di sfatare il mito di inaccessibilità del Monte. Il 28 febbraio parte dalla città di Ushuaia e il 1 marzo prende avvio la scalata. L’impresa è stata seguita da tutta la popolazione, anche dal governatore e da 25 notabili e viene certificata su un attestato ufficiale.

1914: il 22 gennaio parte per un secondo tentativo di salita al Monte Sarmiento. Però sulla montagna si è accumulata una grande quantità di neve fresca che in quella mattina in cui il sole è insolitamente caldo, risulta particolarmente pericolosa. La cordata si arresta sotto la cima ovest del Sarmiento a quota 1875m.
1915: In aprile viaggi alle isole Hermite, a Capo Horn e all’Isola degli Stati. Le successive esplorazioni in Terra del Fuoco avranno come obiettivo le catene montuose che si estendono intorno al Lago Fagnano, fino al Canale Beagle, a sud. La sua attività nella Terra del Fuoco si protrae a periodi alterni fino al 1932, quando compirà una traversata tra il capo San Pablo e Baia Thetis, nell’area orientale dell’Isola Grande che permetterà di ottenere un quadro completo dei diversi aspetti geo-orografici del grande arcipelago fueghino.
1917:”Nell’estate del 1917, in un’escursione che io effettuai a Nord del Balmaceda, fino alle origini dei fiumi Tyndal e Geikie, affluenti del Rio Serrano, avevo potuto scorgere la formazione di questo estesissimo campo di ghiaccio e delle candide catene di molti fra cui si dispiega, avvolto quasi sempre da densi vapori e perennemente flagellato dai venti e dalle tempeste.”
1918: Pubblica la carta “Tierra del Fuego”.
Dal 1919 al 1922 è confessore a Novara e insegnante a Lanzo
1920: Realizza un film sull’incoronazione della Madonna d’Oropa
1924: Pubblica “I miei Viaggi nella Terra del Fuoco” Ed. S.E.I.
dal 1925 al 1927 insegna nelle scuole salesiane professionali di S. Benigno Canavese
nel 1927: ottiene la medaglia d’oro di S.M. il Re a Milano, alla Mostra Italiana del Paesaggio.
1928: il 7 dicembre dopo aver viaggiato all’Isola Nera torna allo Stretto di Magellano, si dirige verso Capo Pilar e quindi a Nord per raggiungere i fiordi Eyre e Falcon. Il ghiacciaio che dallo Hielo Continental Sur scende fino al Fiordo Eyre viene dedicato a Papa Achille Ratti ( Pio XI )
1929: Nel mese di gennaio compie il terzo viaggio al Massiccio del Balmaceda
tra il dicembre 1930 e il gennaio 1931 compie una campagna alpinistico-esplorativo nella zona del Lago Argentino
il 3 gennaio del 1931: Compie la prima scalata assoluta del Cerro Mayo (2430m). 20 giorni dopo partendo dal Ghiacciaio Upsala si addentra con la sua spedizione nello Hielo Continental Sur. Da un secondo campo alla base del Cerro Cono risale il Ghiacciaio Bertacchi fino a quota 1960m accedendo al vasto Altipiano Italia. La spedizione prosegue salendo in fine ad una cima nevosa di 2256m che battezzerà Monte Torino. Il 6 febbraio, a soli 6km di distanza, davanti a Deagostini appare il Fiordo Falcon con le acque dell’Oceano Pacifico e la consapevolezza di aver compiuto la prima traversata della cordigliera Andina Patagonia e dello Hielo Continental Sur da est ad ovest. “Un sussulto di gioia invade il nostro spirito che fino a pochi minuti innanzi lottava con l’incertezza della vittoria”.
1931: intraprende una traversata che lo porterà, in tre giorni, a raggiungere le sponde del Lago Viedma. L’obbiettivo è di esplorare la zona del Monte Fitz Roy.
Nell’estate australe del 1932: De Agostini intraprende la seconda fase di esplorazioni sulle Ande della Patagonia
1933: pubblica “Terre Magellaniche”. Gira un film sulla processione di Fontainemoire, sui monti di Oropa
1935-36: Nell’estate australe con la collaborazio della Regia Accademia d’Italia presieduta da Guglielmo Marconi, De Agostini ritorna ad esplorare il gruppo del Monte Fitz Roi e le zone attigue. Risale la Valle del Rio Electrico, giungendo fino al ghiacciaio che battezza “Marconi”. Negli stessi giorni scala il Cerro Pollone e battezza lì vicini il Cerro Pier Giorgio Frassati e il Rio Pollone.
1937: Esplora il lago San Martin e scala il monte che battezzerà “Milanesio” (2010m). Il 13 aprile sorvola i massicci del Balmaceda e del Paine e dello Hielo Continental Sur all’altezza del Lago Argentino “non indosso il paracadute e penso tra me che l’unico paracadute che porto sempre meco è una reliquia di San Giovanni Bosco, che invoco nelle difficolta e nei pericoli”
1937: il 14 febbraio De Agostini vede per la prima volta il San Lorenzo la seconda montagna per altezza della Cordigliera Patagonia Australe che si staglia all’orizzonte con la sua imponenza e l’esploratore ne rimane colpito “Tutta la terribilità dell’alta montagna sembra condensarsi in questo gigantesco velario Andino che può sfidare impunemente tutte le più audaci acrobazie dell’alpinismo”.
1940: alla metà del mese di febbraio torna sul Lago San Martin per completare lo studio della Cordillera. Al termine della valle di Santa Lucia può contemplare e fotografare tutta l’alta Cordillera di occidente, fino ad allora a noi sconosciuta.
1941: Pubblica a Buenos Aires “El Cerro Lanin y Sus Alrededores” e la prima edizione di “Ande Patagoniche”.
1943: Il 17 dicembre conquista il Monte San Lorenzo (3706m). Questa ascensione si può considerare il suo personale massimo successo alpinistico. “Estraggo dal sacco una statuetta di maria ausiliatrice e dopo averla assicurata ad un asta, appositamente preparata, la infiggo profondamente nella neve. La Vergine Santissima, da questa vetta dominatrice, che costituisce il confine fra l’Argentina ed il Cile, veglierà per la pace delle nazioni sorelle e per la prosperità e il trionfo dell’opera salesiana nella Patagonia.”
1946: pubblica a Punta Arenas “Paisajes Magallanicos” e “Guia Turistica de Magallanes y Canales Fueghinos”. Pubblica a Buenos Aires “Guia Turistica de los Lagos Australes Argentinos y Tierra del Fuego”.
1949: Prima edizione Italiana di “Ande Patagoniche – Viaggi di esplorazione nella Cordigliera Patagonia australe” Milano Soc.Geografica G.DE Agostini
1950: rientra definitivamente in Italia ( La lascerà solamente per qualche mese in occasione della spedizione per il Monte Sarmiento).
Gli anni successivi vedranno un impegno diverso da parte di De Agostinni. Non più sul campo come alpinista ed esploratore, ma come scrittore e cartografo. Alberto De Agostini lascerà un ingente ed accurata produzione cartografica, bibliografica, fotografica e filmica su zone che, tranne poche eccezioni, erano quasi sconosciute. Sulla scorta di questo materiale sono nate molte spedizioni dirette a quelle montagne che, ancora oggi, vengono considerate tra le più affascinanti e difficili della terra.
1955: De Agostini organizza la spedizione che lo porterà a coronare l’antico sogno iniziato nel 1913: la scalata del Monte Sarmiento (2246m).
1957: E’ ancora in America Australe come alpinista, per collaborare con la spedizione diretta da Guido Monzino che realizzerà la prima salita del Cerro Paine, una delle più importanti cime delle Ande Patagoniche.
1958; Pubblica “Sfingi di ghiaccio” , ILTE, Torino. Per completare le riprese di un film, è per l’ultima volta in Patagonia. Ripartirà per l’Italia nel mese di marzo.
Dal 1958: sarà a Valdocco, alla Casa Capitolare dei Salesiani, dove confesserà fino a pochi giorni dalla morte avvenuta il 25 dicembre 1960.
Attestati di benemerenza:
il governo Argentino gli intitolerà la zona andina che si snoda lungo il confine cileno tra il 42° e il 52° parallelo. Il governo cileno dedica a De Agostini il fiordo, lungo 35km, da lui stesso scoperto nella Terra del Fuoco . Sempre in Cile viene intitolato a De Agostini il Parco Nazionale situato nella Provincia di Magallanes, al confine con l’Argentina, comprendente 380 mila ettari di boschi. Nel 1932 l’Accademia delle Scienze di Torino conferisce all’illustre salesiano il premio Bressa, per i suoi grandi meriti in campo geografico. Per la conquista del Monte Sarmiento il governo Cileno gli conferisce il “General Bernardo O’Higgins”, la più alta onorificenza cilena.
Bibliografia:
Ai limiti del Mondo, Edizione Museo Nazionale della Montagna” Duca degli Abruzzi” (Cahier Museomontagna 38)
Impalpabili regioni dell’etere , LINEADARIA , Editore in Biella
“La Naturaleza en la America Austral”, Museo Nazionale della Montagna” Duca degli Abruzzi” (Cahier Museomontagna 97)
LA VITA
Alberto Maria De Agostini nasce a Pollone il 2 novembre del 1883 da un’antica famiglia del luogo, detta dei “Marsan” . Figlio di Lorenzo e Caterina Antoniotti ( di origine favarese). Alberto aveva tre fratelli: Giovanni, Stefano e Agostino, e quattro sorelle: Francesca, Maria, Margherita e Caterina. Il padre Lorenzo, valente ebanista con il gusto del bello, si era specializzato a Londra nella costruzione di bigliardi. Tornato in Italia aveva fondato a Torino la “Fabbrica di Bigliardi Lorenzo De Agostini”. Dai registri della ditta, con meticolosità dalla moglie, si apprende che la produzione, attorno agli anni dell’unità d’Italia, era di circa 100 esemplari l’anno, quantità enormi per l’epoca, se si pensa che il lavoro era praticamente svolto a mano da circa 50 “maestri minusieri”. Il fratello Giovanni, uno tra i più valenti cartografi della sua epoca, fonda a Roma nel mese di Giugno del 1901, l’Istituto Geografico De Agostini e pubblica come primo volume l’atlante scolastico moderno. Nel 1908 la sede dell’Istituto viene trasferita a Novara. Nel 1906, il fratello Agostino, succede al padre alla guida della fabbrica di bigliardi. La famiglia De Agostini era profondamente religiosa e diede ai figli una solida e severa educazione religiosa. Alberto frequentò le scuole elementari presso l’istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane a Biella e in seguito il ginnasio presso l’istituto salesiano di Cuorgnè. Momenti di vita, questi, certamente fondamentali nella formazione della sua futura vocazione. Oltre Alberto, anche Francesca entrerà in un ordine religioso, le Ausiliatrici del Purgatorio; Sara in seguito badessa a Roma.

PARTE DEL DISCORSO DEL SINDACO ALVISE MOSCA IN MEMORIA DI DE AGOSTINI NEL CENTENARIO DELLA NASCITA

Alberto M. De Agostini era entrato ancora giovanissimo nella Pia Società Salesiana e fu presto inviato, come missionario, nelle lontane terre della Patagonia e della Terra del Fuoco. La sua missione, svolta con entusiasmo e tra gravi sacrifici, lo legò subito a quelle popolazioni indigene e primitive a cui portò, con efficacia, la parola di Dio e il conforto di una grande fede, ma nel contempo gli fece entrare nel cuore l’ansia e iol desiderio di conoscere ed esplorare quei luoghi fino ad allora in gran parte sconosciuti. Di queste su spedizioni lasciò documentari, pubblicazioni scientifiche e preziosi rilievi cartografici. Anche sotto questo aspetto,il suo agire divenne una grande e ulteriore missione, preziosa, come quella religiosa, per tutta l’umanità perchè contribuì, in modo determinante, alla conoscenza scientifica e geografica di quell’ancora selvaggio territorio, da lui illustrato con meticolose descrizioni ricche di notizie e supportate da una preparazione scientifica precisa e positiva. Fu uno di quei rari uomini che non ebbero mai altro proposito se non quello di compiere, sempre bene, la propria missione ed acquistò rara fama, dentro e fuori d’Italia, senza averla mai desiderata e forse senza essersene mai accorto di averla raggiunta.

LE SPEDIZIONI
1909: De Agostini compie una serie di ascensioni sulle Alpi. pubblica una serie di cartoline colorate a mano e poi stampate in quadricromia sui pascoli della Valle Elvo e della Serra e sulla processione di Fontainemore. Entrato in seminario giovanissimo, Alberto viene ordinato sacerdote salesiano a Foglizzo il 19 settembre 1909, da Don Michele Rua, Secondo Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana. Un mese dopo parte per la Patagonia.
1910: Scala la cima maggiore dei Monti Martial partendo da Ushuaia.
1912: Nel mese di Febbraio, compie un viaggio al falso Capo Horn con il cutter “Garibaldi” del comandante Fortunato Beban. “L’aspetto di questi numerosi bracci di mare, seminati in isolotti, abbelliti da esuberante vegetazione, sul cui sfondo dominano elevate montagne biancheggianti di nevi eterne, è quanto di più pittoresco si può immaginare, specialmente quando il cielo è sereno ed il sole brilla con tutto il suo splendore. Nessuno crederebbe di trovarsi a poche decine di miglia dalle desolate coste del Capo Horn; ma è cosi ricca di sorprese e di contrasti la Terra del Fuoco!”
1913: Nel mese di gennaio parte, per un tentativo di salita del Monte Sarmiento dal versante sud-ovest. Nel ambito della stessa campagna alpinistico-splorativa compie un’esplorazione dei Canali Funghini scoprendo due grandi fiordi: Contrammiraglio Martinez e Pigafetta, quest’ultimo sarà successivamente ridenominato con il suo nome.
1913: Conquista del Monte Olivia. De Agostini decide di sfatare il mito di inaccessibilità del Monte Olivia. Il 28 febbraio parte dalla città di Ushuaia e il 1 marzo prende avvio la scalata. L’impresa è stata seguita da tutta la popolazione, anche dal governatore e da 25 notabili e viene certificata su un attestato ufficiale.
1914: il 22 gennaio parte per un secondo tentativo di salita al Monte Sarmiento.Però sulla montagna si è accumulata una grande quantità di neve fresca che in quella mattina in cui il sole è insolitamente caldo, risulta particolarmente pericolosa. La cordata si arresta sotto la cima ovest del Sarmiento a quota 1875m.
1915: In aprile viaggi alle isole Hermite, a Capo Horn e all’Isola degli Stati. Le successive esplorazioni in Terra del Fuoco avranno come obiettivo le catene montuose che si estendono intorno al Lago Fagnano, fino al Canale Beagle, a sud. La sua attività in Terra del Fuoco si protrae a periodi alterni fino al 1932, quando compirà una traversata tra il capo San Pablo e Baia Thetis, nell’area orientale dell’Isola Grande che permetterà di ottenere un quadro completo dei diversi aspetti geo-orografici del grande arcipelago fueghino.
1917:”Nell’estate del 1917, in un’escursione che io effettuai a Nord del Balmaceda, fino alle origini dei fiumi Tyndal e Geikie, affluenti del Rio Serrano, avevo potuto scorgere la formazione di questo estesissimo campo di ghiaccio e delle candide catene di molti fra cui si dispiega, avvolto quasi sempre da densi vapori e perennemente flagellato dai venti e dalle tempeste.”
1918: Pubblica la carta “Tierra del Fuego”.
Dal 1919 al 1922 è confessore a Novara e insegnante a Lanzo
1920: Realizza un film sull’incoronazione della Madonna d’Oropa
1924: Pubblica “I miei Viaggi nella Terra del Fuoco” Ed. S.E.I.
dal 1925 al 1927 insegna nelle scuole salesiane professionali di S. Benigno Canavese
nel 1927: ottiene la medaglia d’oro di S.M. il Re a Milano, alla Mostra Italiana del Paesaggio.
1928: il 7 dicembre dopo aver viaggiato all’Isola Nera torna allo Stretto di Magellano, si dirige verso Capo Pilar e quindi a Nord per raggiungere i fiordi Eyre e Falcon. Il ghiacciaio che dallo Hielo Continental Sur scende fino al Fiordo Eyre viene dedicato a Papa Achille Ratti ( Pio XI )
1929: Nel mese di gennaio compie il terzo viaggio al Massiccio del Balmaceda
tra il dicembre 1930 e il gennaio 1931 compie una campagna alpinistico-esplorativo nella zona del Lago Argentino
il 3 gennaio del 1931: Compie la prima scalata assoluta del Cerro Mayo (2430m). 20 giorni dopo partendo dal Ghiacciaio Upsala si addentra con la sua spedizione nello Hielo Continental Sur. Da un secondo campo alla base del Cerro Cono risale il Ghiacciaio Bertacchi fino a quota 1960m accedendo al vasto Altipiano Italia. La spedizione prosegue salendo in fine ad una cima nevosa di 2256m che battezzerà Monte Torino. Il 6 febbraio, a soli 6km di distanza, davanti a Deagostini appare il Fiordo Falcon con le acque dell’Oceano Pacifico e la consapevolezza di aver compiuto la prima traversata della cordigliera Andina Patagonia e dello Hielo Continental Sur da est ad ovest. “Un sussulto di gioia invade il nostro spirito che fino a pochi minuti innanzi lottava con l’incertezza della vittoria”.
1931: intraprende una traversata che lo porterà, in tre giorni, a raggiungere le sponde del Lago Viedma. L’obbiettivo è di esplorare la zona del Monte Fitz Roy.
Nell’estate australe del 1932: De Agostini intraprende la seconda fase di esplorazioni sulle Ande della Patagonia
1933: pubblica “Terre Magellaniche”. Gira un film sulla processione di Fontainemoire, sui monti di Oropa
1935-36: Nell’estate australe con la collaborazio della Regia Accademia d’Italia presieduta da Guglielmo Marconi, De Agostini ritorna ad esplorare il gruppo del Monte Fitz Roi e le zone attigue. Risale la Valle del Rio Electrico, giungendo fino al ghiacciaio che battezza “Marconi”. Negli stessi giorni scala il Cerro Pollone e battezza lì vicini il Cerro Pier Giorgio Frassati e il Rio Pollone.

1937: Esplora il lago San Martin e scala il monte che battezzerà “Milanesio” (2010m). Il 13 aprile sorvola i massicci del Balmaceda e del Paine e dello Hielo Continental Sur all’altezza del Lago Argentino “non indosso il paracadute e penso tra me che l’unico paracadute che porto sempre meco è una reliquia di San Giovanni Bosco, che invoco nelle difficolta e nei pericoli”
1937: il 14 febbraio De Agostini vede per la prima volta il San Lorenzo la seconda montagna per altezza della Cordigliera Patagonia Australe che si staglia all’orizzonte con la sua imponenza e l’esploratore ne rimane colpito “Tutta la terribilità dell’alta montagna sembra condensarsi in questo gigantesco velario Andino che può sfidare impunemente tutte le più audaci acrobazie dell’alpinismo”.
1940: alla metà del mese di febbraio torna sul Lago San Martin per completare lo studio della Cord illera. Al termine della valle di Santa Lucia può contemplare e fotografare tutta l’alta Cordillera di occidente, fino ad allora a noi sconosciuta.
1941: Pubblica a Buenos Aires “El Cerro Lanin y Sus Alrededores” e la prima edizione di “Ande Patagoniche”.
1943: Il 17 dicembre conquista il Monte San Lorenzo (3706m). Questa ascensione si può considerare il suo personale massimo successo alpinistico. “Estraggo dal sacco una statuetta di maria ausiliatrice e dopo averla assicurata ad un asta, appositamente preparata, la infiggo profondamente nella neve. La Vergine Santissima, da questa vetta dominatrice, che costituisce il confine fra l’Argentina ed il Cile, veglierà per la pace delle nazioni sorelle e per la prosperità e il trionfo dell’opera salesiana nella Patagonia.”

1946: pubblica a Punta Arenas “Paisajes Magallanicos” e “Guia Turistica de Magallanes y Canales Fueghinos”. Pubblica a Buenos Aires “Guia Turistica de los Lagos Australes Argentinos y Tierra del Fuego”.
1949: Prima edizione Italiana di “Ande Patagoniche – Viaggi di esplorazione nella Cordigliera Patagonia australe” Milano Soc.Geografica G.DE Agostini
1950: rientra definitivamente in Italia ( La lascerà solamente per qualche mese in occasione della spedizione per il Monte Sarmiento).
Gli anni successivi vedranno un impegno diverso da parte di De Agostinni. Non più sul campo come alpinista ed esploratore, ma come scrittore e cartografo. Alberto De Agostini lascerà un ingente ed accurata produzione cartografica, bibliografica, fotografica e filmica su zone che, tranne poche eccezioni, erano quasi sconosciute. Sulla scorta di questo materiale sono nate molte spedizioni dirette a quelle montagne che, ancora oggi, vengono considerate tra le più affascinanti e difficili della terra.
1955: De Agostini organizza la spedizione che lo porterà a coronare l’antico sogno iniziato nel 1913: la scalata del Monte Sarmiento (2246m).
1957: E’ ancora in America Australe come alpinista, per collaborare con la spedizione diretta da Guido Monzino che realizzerà la prima salita del Cerro Paine, una delle più importanti cime delle Ande Patagoniche.
1958; Pubblica “Sfingi di ghiaccio” , ILTE, Torino. Per completare le riprese di un film, è per l’ultima volta in Patagonia. Ripartirà per l’Italia nel mese di marzo.
Dal 1958 sarà a Valdocco, alla Casa Capitolare dei Salesiani, dove confesserà fino a pochi giorni dalla morte avvenuta il 25 dicembre 1960.
Attestati di benemerenza:
il governo Argentino gli intitolerà la zona andina che si snoda lungo il confine cileno tra il 42° e il 52° parallelo. il governo cileno dedica a De Agostini il fiordo, lungo 35km, da lui stesso scoperto nella Terra del Fuoco . Sempre in Cile viene intitolato a De Agostini il Parco Nazionale situato nella Provincia di Magallanes, al confine con l’Argentina, comprendente 380 mila ettari di boschi. Nel 1932 l’Accademia delle Scienze di Torino conferisce all’illustre salesiano il premio Bressa, per i suoi grandi meriti in campo geografico. Per la conquista del Monte Sarmiento il governo Cileno gli conferisce il “General Bernardo O’Higgins”, la più alta onorificenza cilena.


Bibliografia:
Ai limiti del Mondo, Edizione Museo Nazionale della Montagna” Duca degli Abruzzi” (Cahier Museomontagna 38)
Impalpabili regioni dell’etere , LINEADARIA , Editore in Biella
“La Naturaleza en la America Austral”, Museo Nazionale della Montagna” Duca degli Abruzzi” (Cahier Museomontagna 97)


ARTICOLO DI ANGELICA BOTTO POALA DELLA CLASSE III B DEL LICEO CLASSICO